Biotek Engineering Sponsor Ufficiale della manifestazione Final Four 2013
Video di Presentazione delle FINAL FOUR 2013, del Campionato Regionale di Pallamano maschile – Sicilia
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Secondo l’ultimo “Transport Survey” di Norton Rose sul mercato internazionale lo scenario sta migliorando ma in Italia sono più le ristrutturazioni che i finanziamenti nello shipping. L’intero comparto del trasporto merci soffre la stretta dei finanziamenti e l’incremento dei costi.
La stretta creditizia e le necessità di trovare forme alternative di finanziamento sono oggi i temi più delicati per gli addetti ai lavori attivi nell’attività dello shipping, del trasporto aereo e ferroviario. È quanto emerge dal quarto Transport Survey appena pubblicato dallo studio legale internazionale Norton Rose, dove è sintetizzato il sentiment di mercato di oltre mille imprenditori e manager intervistati in tutto il mondo tra novembre 2012 e gennaio 2013.
Il 40% di loro ha sottolineato come le limitazioni finanziarie imposte dal credit crunch abbiano rappresentato il cambiamento più significativo con cui dover fare i conti negli ultimi tre anni e il 56% si sta rivolgendo (o sta pensando di farlo) a forme alternative di finanziamento, in particolare a finanza strutturata e private equity. Cresce notevolmente anche il ricorso al mercato dei capitali e le richieste di supporto agli investimenti con strumenti di assicurazione del credito all’esportazione. Dall’analisi di Norton Rose emerge poi che Londra rimane, secondo la maggior parte degli operatori intervistati, la piazza finanziaria più importante a livello mondiale seguita a distanza da New York e Singapore.
Dal 2010 a oggi circa il 60% delle aziende interpellate ha avviato un percorso di diversificazione produttiva o geografica, e proprio la penetrazione di nuovi segmenti di business sembra essere la strada più seguita. Da un punto di vista operativo, sia nel trasporto marittimo sia in quello aereo l’attenzione è oggi rivolta prioritariamente alla riduzione dei consumi e quindi a mezzi di trasporto più efficienti, mentre per la ferrovia gli sforzi sono orientati verso miglioramenti tecnologici. Questa spasmodica ricerca di efficienza si osserva nell’elevata percentuale di intervistati (circa il 44%) che dal 2010 dice di aver visto crescere i costi fissi della propria attività, mentre solo per il 46% di loro i ricavi sono risultati in crescita nello stesso periodo. In un contesto come questo, l’attenzione ai margini di guadagno è altissima. Elevate rimangono anche le responsabilità che gli addetti ai lavori attribuiscono agli apparati pubblici in tema di infrastrutture: solo il 35% di loro ritiene infatti che il supporto dato agli operatori privati risulterà ”adeguato’ nei prossimi 5 anni.
Nonostante questa introduzione, la quarta edizione del Transport Survey lascia trasparire un ritrovato ottimismo sulle prospettive future dei trasporti, mentre l’edizione passata si contraddistingueva per un maggiore senso di smarrimento degli operatori incapaci di prevedere in quale direzione sarebbe andato il mercato. Da un punto di vista geografico, l’Africa si rivela secondo gli intervistati la regione più promettente e dinamica anche se i Paesi asiatici affacciati sull’Oceano Pacifico rimangono la locomotiva mondiale grazie alla crescita di forza lavoro, Pil e capacità produttiva.
Nel dettaglio dei vari comparti industriali, il trasporto aereo sembra essere riuscito per primo a uscire dalla crisi e i ricavi si rivelano in crescita, mentre la ferrovia ha dovuto fare i conti con importanti riduzioni degli occupati e il focus adesso è rivolto ad ampliare il portafoglio prodotti e servizi. L’industria del trasporto marittimo è quella che ha visto crescere maggiormente i costi fissi e quella che chiede maggiore supporto all’apparato pubblico in termini di realizzazione e ampliamento delle infrastrutture portuali. Sorprendentemente, solo per il 27% dei pareri riportati nel Transport Survey di Norton Rose viene ritenuto prioritario il delicato tema dell’eccesso di stiva sul mercato internazionale dello shipping.
Gennaro Mazzuoccolo, partner di Norton Rose presso la sede di Milano, ha sottolineato come “anche in Italia il settore dello shipping ha risentito pesantemente della congiuntura economica mondiale. La crisi dei noli, unita alle difficoltà di accesso al credito e all’incremento esponenziale degli oneri finanziari, fanno sì che ci siano sempre meno finanziamenti di nuove attività e sempre più ristrutturazioni. Questo trend con ogni probabilità si estenderà anche a tutto il prossimo anno”. Mazzuoccolo ha infine aggiunto: “Come in Europa, anche da noi maggiori investimenti da parte del governo nelle infrastrutture e nuove forme di finanziamento accompagnate da una ripresa dei noli potranno risollevare il mercato dello shipping, da sempre caratterizzato da un andamento ciclico”.
Nicola Capuzzo
© TrasportoEuropa
Mangiare pesce in tarda età allunga la vita di almeno 2,2 anni e per vivere a lungo è bene consumare pesci ricchi di acidi grassi omega 3, almeno due volte la settimana. Questo il risultato di una ricerca condotta dalla Harvard school of public health e dalla Washington University pubblicata su Annals of Internal Medicine.
Rischi di mortalità abbattuti – Gli scienziati spiegano: “Gli anziani con maggiori quantità di acidi grassi omega 3 nel sangue, presenti soprattutto nei pesci grassi, vivono in media 2,2 anni di più rispetto agli altri e si può arrivare ad abbattere il rischio di mortalità fino al 27% e il rischio di morte per patologie cardiache del 35% mangiando pesce”.
Dariush Mozaffarian, a capo della ricerca, ha precisato: “Mangiare pesce è già considerato da tempo parte integrante di una dieta salutare, pochi studi avevano osservato i livelli di omega 3 nel sangue negli anziani e la correlazione con malattie e sopravvivenza. La nostra scoperta conferma l’importanza di introdurre adeguate quantità di omega 3 per la salute del sistema cardiovascolare e suggerisce anche che il consumo in tarda età possa allungare gli anni che restano da vivere”.
Lo studio – I ricercatori hanno esaminato i dati raccolti lungo 16 anni di 2.700 americani di età superiore ai 65 anni e in buona salute, controllando le proporzioni totali e singole di omega 3 nel sangue. Gli acidi grassi associati al minore rischio di morte sono risultati in particolare: l’acido docosaesaenoico, o Dha, in grado di ridurre le malattie cardiache coronariche, l’acido eicosapentaenoico (Epa) che diminuisce il rischio di attacchi di cuore e l’acido docosapentaenoico (Dpa) che riduce le possibilità di ictus. Nei partecipanti allo studio con i livelli più elevati queste tre tipologie di omega 3 è stata riscontrata una riduzione del 27% del rischio di morire per patologie cardiache. Gli scienziati hanno infine individuato quanto e che tipo di pesce bisogna mangiare per garantirsi una vita longeva: pesci “grassi” come tonno, salmone, sgombro, aringhe, sardine e acciughe, almeno due volte alla settimana.
Il trasporto merci su strada è uno delle cause principali diinquinamento nelle nostre città e uno dei problemi di più difficile risoluzione.
Con le nuove tecnologie si è cercato di ridurre le problematiche sociali e ambientali eliminando la benzina, introducendo la marmitta catalitica e ricercando carburanti più poveri di zolfo.
Tuttavia il numero dei mezzi di trasporto e i km percorsi non accennano a diminuire.
Una soluzione potrebbe concretizzarsi con l’High Speed Solar Airship.
Si tratta di un grosso dirigibile pensato appositamente per trasportare le merci nel pieno rispetto dell’ambiente.
Una curiosa innovazione che permette di spostare grossi carichi senza inquinare e di coprire notevoli distanze piuttosto rapidamente.
Con i suoi 100 metri di lunghezza e circa 70 metri di larghezza, è in grado di caricare 60 tonnellate di merci e di atterrare praticamente ovunque, anche sull’acqua.
Grazie ai pannelli fotovoltaici cattura l’energia solare, una fonte energeticapulita ed infinitamente disponibile. Il dirigibile può viaggiare di giorno e dinotte ad un’altitudine di 9 mila metri, a velocità comprese tra i 260 e 290 kmh senza produrre scarti inquinanti.
La Biotek Engineering Srl aiuta i giovani agricoltori che vogliono iniziare una attività in agricoltura attraverso idee innovative di business (nuove varietà colturali, orientamento al mercato farmaceutico, IV e V gamma, diversificazione delle attività produttive) e li supporta al fine della redazione del business plan ai fini dell’ottenimento delle agevolazioni previste dall’Ismea per il subentro in agricoltura.
Nel dettaglio sono beneficiari delle agevolazioni i giovani imprenditori agricoli, anche organizzati in forma societaria, che intendono subentrare nella conduzione di un’azienda e che presentino un progetto per lo sviluppo o il consolidamento dell’azienda oggetto del subentro attraverso iniziative nei settori della produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli.
I progetti devono perseguire almeno uno dei seguenti obiettivi:
a) riduzione dei costi di produzione;
b) miglioramento e riconversione della produzione;
c) miglioramento della qualità;
d) tutela e miglioramento dell’ambiente naturale o delle condizioni di igiene o del benessere
degli animali.
Sono esclusi dal finanziamento i progetti che prevedono investimenti di mera sostituzione di beni preesistenti.
L’investimento complessivo non può superare 1.032.000 euro, IVA esclusa.
Per usufruire delle agevolazioni, il giovane imprenditore agricolo in caso di ditta individuale o la maggioranza assoluta e numerica e delle quote di partecipazione dei soci in caso di società (di persone, di capitali o cooperative, anche a scopo consortile), devono possedere i seguenti requisiti:
a. età compresa tra i 18 ed i 39 anni al momento di spedizione della domanda
b. residenza nel territorio italiano
Le agevolazioni concedibili per la realizzazione dei progetti d’impresa consistono in contributi a fondo perduto e mutui a tasso agevolato a copertura delle spese sostenute per:
a. investimenti nelle aziende agricole e nelle aziende che operano nel settore della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli
b. prestazioni di assistenza tecnica
In conformità con quanto previsto dall’art. 22 del reg. 1698/2005, è concesso altresì un contributo a fondo perduto quale premio di primo insediamento nel limite massimo di euro 25.000.
L’ammontare della quota di contributo soggetta a rimborso (mutuo agevolato) non può essere inferiore al 50% del totale delle agevolazioni concesse (investimenti, prestazioni di assistenza tecnica e premio primo insediamento).
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