Come configurare ogni piano di coltivazione nella fattoria verticale dipende esclusivamente dalle coltivazioni selezionate. Oggi, c’è abbastanza esperienza con le tecnologie idroponiche ed aeroponiche per offrire la visione di ciò che sarà l’agricoltura del futuro.
Le piante sono distanziate ad una distanza simile a quella che si praticano su un terreno tradizionale. Pomodori, lattuga, spinaci, radicchio, fagiolini, peperoni, zucchine, cetrioli, meloni, e molti altri rientrano nella categoria di piante che si possono coltivare con questo metodo.
Anche il mais può essere coltivato in idroponica con l’ausilio di grandi vasche. Ogni pianta produce circa tre spighe per pianta, e un raccolto matura ogni 8-10 settimane, consentendo almeno cinque colture per anno.
Produrre all’interno della farm in realtà potrebbe diventare molto redditizio e consentire il recupero di molti ettari di terra allo stesso tempo. Le tubazioni e i bancali possono essere fatte da una vasta gamma di materiali, anche se la maggior parte delle attrezzature idroponiche/aeroponiche di oggi è fatta di plastica, o più precisamente di cloruro di polivinile (PVC).
Se volessimo essere ancora più eco-sostenibili, e ci si riferisce al futuro smaltimento di tutte queste plastiche, forse esse potrebbero essere sostituite da tubi di bambù cavo di diverso diametro. Si tratta di una pianta a rapida crescita, inoltre è forte, non marcisce se conservato in ambiente umido e può essere coltivato per ottenere qualsiasi diametro desiderato di tubazioni.
Una volta che la costruzione della vertical farm è completa, il prossimo passo sarà quello di acquistare i primi materiali, ad esempio i semi. Dove trovare i semi per ogni coltura non è una questione banale, dato che ci sono molte varietà di ciascuna coltura tra cui scegliere. Ovviamente nulla ci vieta di far germinare i semi all’interno della vertical Farm.
La logica che sta dietro la vertical farm è quella di evitare i problemi che ci sarebbero nelle coltivazioni all’aperto. I semi devono essere prima decontaminati superficialmente, poi inviati al laboratorio diagnostico per verificare la presenza di microbi patogeni che potrebbero essere al loro interno, e, una volta certificati liberi da malattie, i semi verranno inviati al test di controllo di qualità al vivaio di germinazione.
I semi saranno valutati per la loro capacità di crescere, e una volta germinati verranno testati di nuovo per individuare eventuali agenti patogeni che potrebbero essere sfuggiti al primo controllo. Le colture nate saranno poi trasferite alla zona di crescita e situati nei loro impianti idroponici/aeroponici. Tutte le colture saranno costantemente monitorate da sistemi di telerilevamento per la crescita e bisognerà controllare anche le condizioni delle soluzioni nutrienti. Tutte queste fasi, importanti e fondamentali per ottenere prodotti sicuri e sani creeranno moltissime nuove opportunità di lavoro.
Acqua fresca e limpida:
L’acqua per la vertical farm sarà utilizzata per la crescita in culture idroponiche e aeroponiche e per le persone che ci lavoreranno, ovvero per le loro docce e per l’acqua potabile. Potrebbe provenire da diverse fonti a seconda della posizione geografica e della capacità della comunità urbana di accedere al riutilizzo delle acque grigie.
La più alta qualità dell’acqua è che deve essere utilizzata ogni volta che è possibile. Di solito, questo significa ottenere acqua da un fiume, lago o serbatoio che viene poi filtrata per osmosi inversa prima di essere applicate alle colture.
Nel sistema a circuito chiuso, l’idroponica utilizza circa il 70% d’acqua in meno rispetto ai tradizionali metodi d’agricoltura, mentre l’aeroponica utilizza il 70% meno d’acqua rispetto alla coltura idroponica. In entrambi i casi, si tratta di un sostanziale miglioramento, e per le zone del paese in cui l’acqua già scarseggia, il passaggio all’agricoltura verticale è l’unico ragionevole approccio per permettere più acqua da mettere a disposizione ad uso potabile.
Inoltre, nessuno scarico nocivo di acque si verifica nelle vertical farm.