La carruba il cacao tutto ragusano
La carruba è il frutto dell’albero conosciuto in botanica come Ceratonia Siliqua, appartenente alla famiglia delle leguminose, a partire dalla quale si elabora un prodotto simile al cioccolato. Ma da questo frutto non si ottiene solo questo singolare prodotto, ma viene impiegato anche per ottenere mangimi per il bestiame, additivi addensanti come la gomma di carruba o E-410, liquori o biscotti.
Per coloro che desiderino limitare il consumo di zucchero, teobromina e grasso, la carruba è un’alternativa salutare al cioccolato. Non richiede zucchero perché naturalmente è già di sapore dolce (50% di idrati di carbonio, saccarosio, glucosio e fruttosio) col risultato che può essere utilizzata anche per migliorare l’aroma ed il sapore di numerosi prodotti alimentari. È una buona fonte di vitamine del gruppo B, come la B1 o tiamina, la B2 o riboflavina, la B3 o niacina e di pro-vitamina Ad o beta-carotene. Dei suoi minerali conosciamo il potassio, il fosforo, il magnesio, il calcio, il silicio e il ferro. La carruba è originaria del Mediterraneo. La sua coltivazione ha un significato molto speciale, dato che è stato e continua ad essere un buon alimento per il bestiame.
A differenza del cioccolato, possiede un minore contenuto di grassi, solamente un 2% e contiene anche una quantità apprezzabile di proteine, tra un 8% e un 10%. I semi di carruba sono molto ricchi in mucillagini, un tipo di fibra solubile che facilita la digestione e allevia i disturbi digestivi. In concreto, le mucillagini, sostanza viscosa, esercitano un’azione favorevole contro l’infiammazione della mucosa digestiva, il ché porta grandi benefici a coloro che hanno gastrite, dispepsia (digestione pesante), pirosi o ardore, diarrea ed altre affezioni digestive simili. In caso di diarrea, c’è chi raccomanda di ingerire una cucchiaiata di carruba in polvere in una tazza di liquido, preferibilmente acqua.
I baccelli di carruba sono di forma allungata, arrivano a misurare fino a 20 centimetri e acquisiscono un colore marrone quando sono maturi. Il procedimento per farli diventare un prodotto simile al cioccolato prevede l’essiccamento, la tostatura e la polverizzazione. Il sapore e il colore assomigliano molto a quello del cacao, con distinte tonalità secondo il grado di tostatura.
Tre cucchiaiate di carruba con 2 di acqua equivalgono a poco meno di 30 grammi di cioccolato.
Secondo la FAO, i primi 5 paesi produttori di carrubo sono (in tonnellate, 2010):
- Spagna 48.000
- Italia 25.337
- Marocco 20.489
- Portogallo 19.400
- Grecia 13.300
Curiosità
La pianta carrubo risale cultura mesopotamica ( ora Iraq). I baccelli di carrubo sono stati usati per creare succhi di frutta, dolci, e sono stati molto apprezzati per i loro molteplici usi. Il carrubo è citato spesso nei testi risalenti a migliaia di anni fa indicandoci la coltivazione in Medio Oriente e Nord Africa. Il carrubo è menzionato con riverenza in “ L’Epopea di Gilgamesh ”, una delle prime opere della letteratura esistenti. Il Talmud ebraico dispone di una parabola di altruismo, comunemente noto come “Honi e il carrubo”, che afferma che un carrubo prende 70 anni per dare i suoi frutti, il che significa che la fioriera non tragga beneficio dal suo lavoro, ma opera nell’interesse del generazioni future.
In realtà, l’età di fruttificazione dei carrubi varia: talee prese da alberi da frutto può dare i suoi frutti in soli tre o quattro anni, e di piantine coltivate in condizioni ideali possono dare frutti entro sei-otto anni. Anche se è nativo a climi moderatamente secco, due o tre estati di irrigazione sarà di grande aiuto allo sviluppo ed accelerare la fruttificazione.
La carruba è citata nella parabola del figliol prodigo.