La coltura degli articoli in serra è indirizzata al confezionamento in IV gamma dalle leggi sanitarie è classificata attività agroalimentare e pertanto è sottomessa a tutti i parametri sanitari ed è sotto sorveglianza della ASL provinciale.
Il complesso colturale in serra, a sistema Aeroponica è conforme al protocollo HACCP in ogni suo punto.
L’azienda, avviata l’attività richiede l’implementazione dall’ISO 900 è ISO 1400 con la rintracciabilità della confezione acquistata anche via internet.
L’azienda intende accedere alla certificazione delle norme ISO 22000 che prevedono la gestione della sicurezza alimentare requisiti richiesta dalla GDO internazionale(IFC- BRC).
La coltura a sistema Aeroponica eliminando tutti i substrati solidi, liquidi, naturali, artificiali realizza colture senza inquinanti da muffe o virus. L’acqua di fertilizzazione viene trattata per osmosi inversa e sterilizzata agli UV, l’aria ricircolata in serra è mantenuta sterile dall’ l’impianto di ionizzazione negativa.
1. Linea di micorizzazione –germinazione -radicazione
2. La linea macchina di raccolta, confezionamento in IV gamma
3. Il posto di accesso a doccia sterilizzante
4. L’ impianti igienici del personale
5. Cella frigo
La tamponatura, le pavimentazioni di detti locali vengono realizzate secondo norme internazionali per prevenire contaminazioni incrociati, infatti le tamponature sono realizzati in laminati shield con azione biocide protette con Biocode che riducono la carica batterica del 99 % e le camere di lavorazione sono mantenute a pressione positiva.
Disaggregata, ricostituita, allargata, monoparentale, con meno figli. Negli ultimi decenni la famiglia – anche quella italiana seppur più lentamente – è cambiata. Declinandosi in vari modi. L’aumento della popolazione anziana, il tasso di fertilità a picco, la decisione di sposarsi (o non sposarsi) e fare figli a un’età più avanzata, l’aumento (da noi difficoltoso e parziale) dell’occupazione femminile e, dall’altro lato, di divorzi e separazioni hanno cambiato profondamente un istituto che è stato per secoli il fondamento della società. Eppure la famiglia resta una base importante per definire le tendenze dei consumi: è un’entità però difficile da afferrare, dove si incontrano vari soggetti che interagiscono tra loro per giungere a un obiettivo finale, l’acquisto, che è spesso il frutto di un compromesso tra varie esigenze.
Nelle famiglie con figli minorenni ad influenzare i consumi sono non solo il tipo di famiglia (numero di figli e genitori che vivono sotto lo stesso tetto) ma anche l’organizzazione famigliare (quanti genitori lavorano). Determinante è pure la maggiore o minore adesione ai ruoli tradizionali maschili e femminili: alla donna italiana, che lavori o meno, dalla dirigente all’operaia, spetta ancora il carico pressoché esclusivo delle faccende domestiche (a meno che non decida di delegare a terzi). Resta, quindi, lei la principale responsabile degli acquisti famigliari.
Donna che lavora
Meno di un’italiana su due lavora, ma chi ha un impiego, specie in alcuni settori, ha visto aumentare il carico lavorativo. Negli ultimi anni si è assistito a un ridimensionamento della forza lavoro in vari ambiti, con la conseguenza che chi ha mantenuto il posto deve spesso affrontare scadenze ravvicinate ed orari prolungati. Si spiega così il successo degli alimenti pronti e di IV gamma, con aumenti nel 2012 che vanno dal 5 % dei primi a base di cereali al 15 % delle verdure già lavate e tagliate (Coldiretti su dati Ismea/Gfk-Eurisko). In questa ottica si possono anche leggere gli aumenti di prodotti “facili e veloci” (e che conservandosi in casa per giorni evitano la spesa giornaliera) come salumi, latticini e formaggi (3%) e dei sostituti del pane (2%). Rientrano normalmente nelle strategie utilizzate dalla donna che lavora, ben più di un avveniristico (da noi) e-commerce e degli orari d’apertura straordinari, che non sembrano raccogliere ampi consensi in questo target (pranzo e famiglia a casa non aspettano oltre le 8 di sera).
Casalinghe verdi?
Dall’altro lato chi ha più difficoltà economiche o non lavora torna a cucinare in casa pane, pasta, torte e dolci ma anche yogurt e confetture per la colazione: lo fa per risparmiare, o all’opposto spinta da considerazioni salutistiche ed ambientali (vedi box). Un trend questo sostenuto mediaticamente da trasmissioni culinarie che, uscite dalla tradizionale fascia del mezzodì, dilagano ad ogni ora del giorno e della notte e ridanno dignità allo stare in cucina. Aumenta così il consumo di ingredienti base come farina, uova, zucchero e burro, con incrementi dal 4 all’8% nel 2012 in controtendenza rispetto al calo complessivo dell’1,5 per cento degli acquisti alimentari registrato in Gdo.
Il ruolo del bambino nell’alimentare
La spesa di prodotti alimentari è influenzata dai vari componenti del nucleo famigliare, dai loro gusti e considerazioni dietetiche. E i figli che vivono sotto il tetto famigliare hanno senz’altro voce in capitolo. Che siano presenti durante l’acquisto (con interventi diretti: dal capriccio al brontolio di sottofondo, all’intervento diretto dell’infilare di nascosto prodotti nel carrello) o meno (compro quel che vuole purché mangi). I bambini influenzano la scelta in modo diretto in ambiti quali la colazione, gli snack, i giocattoli e – in certi casi – l’abbigliamento ma anche il materiale scolastico. Nelle scelte dei bambini è già incisivo il ruolo dei mass media e della pubblicità (per giocattoli ma anche alimentari), lontana dall’essere regolamentata nella fascia pomeridiana e amplificata dal passa parola tra pari. Nella fascia preadolescenziale, nella scelta del prodotto entrano in gioco altre variabili come le considerazioni ecologiste. Uno studio europeo ha evidenziato che un terzo dei genitori ha cambiato prodotto dopo aver ricevuto dai figli informazioni di carattere ambientalista (il tonno “dolphin safe” è un tipico esempio). L’alimentazione insomma è un’area tipicamente influenzata dai gusti dei bambini in un dialogo non sempre facile con le esigenze dei genitori: salutistiche, ma anche economiche, dove ultimamente la capacità di influenzare gli acquisti arretra a favore di scelte volte al risparmio. Prova ne è il calo nelle vendite dei prodotti con personaggi in licensing. Il peso dei desiderata dei figli inoltre varia a seconda del tipo di famiglia. Da varie ricerche è emersa nelle famiglie monoparentali un maggiore tendenza a lasciarsi influenzare, nelle ricostituite una tendenza a cambiare il genere di acquisti (marche, abitudini alimentari) per allontanarsi o distinguersi da una routine che richiama il passato. E pare più influenzabile anche la madre che lavora, lacerata dagli inevitabili sensi di colpa.
Altro gruppo che appare estremamente influente è quello dei figli adolescenti.
Adolescenti tra web e multicultura
Con la crescita infatti diminuiscono le pretese alimentari ma aumentano i volumi, anche a causa di amici onnipresenti ed eternamente affamati. Aumentano poi gli acquisti fuori casa: panini, pizze ma anche cibo etnico, grazie a un’offerta low cost (kebab, cinese) e alla crescente multietnicità nella scuola che favorisce gli scambi interculturali. L’influenza dei teenager dilaga però soprattutto nel non food: computer, telefoni cellulari, videoconsole. Nell’Ict i giovani, ormai “nativi digitali” a tutti gli effetti, assumono un ruolo determinante anche negli acquisti casalinghi: sono infatti spesso più informati dei genitori sulle ultime novità, sanno usarle meglio e sviluppano in questa fase preferenze per marchi che potrebbero durare tutta la vita. L’utilizzo ampio dei social network amplifica poi una caratteristica tipica degli adolescenti di sempre: la dipendenza dal giudizio dei pari. Estremamente attenti alle mode, sono spesso acquirenti entusiasti e fedeli al marchio (un esempio su tutti: Abercrombie&Fitch). In particolare nell’abbigliamento domina la spinta all’omologazione (anche tra i ragazzi di origine straniera) che rende gli abiti giovanili occidentali molto simili tra loro.
Nonni: valori antichi
Spesso i nonni sono l’ancora di salvezza per i genitori che lavorano: vanno a prendere i nipoti a scuola e pensano alla merenda, e a volte anche al pranzo o alla cena. I nonni rappresentano il legame con antichi valori e stili di vita che, uniti al maggior tempo per cucinare in casa, risulta spesso in abitudini alimentari più sane.
Certo il progressivo invecchiamento della popolazione fa ritenere che in futuro avremo nonni sempre più anziani e meno attivi nell’accudimento dei nipoti.
L’unico segmento dei prodotti alimentari che sembra non sentire la crisi è quello dei piatti pronti che fanno segnare un aumento delle quantità acquistate che va dal 5 per cento per i primi a base di cereali al 15 per cento per le verdure già lavate e tagliate, su valori mai raggiunti prima. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti sul calo dei consumi alimentari nel 2012, sulla base dell’elaborazione su dati Ismea/Gfk-Eurisko. In un quadro complessivamente negativo ad aumentare considerevolmente in quantità sono stati anche – continua la Coldiretti – i consumi di acqua minerale, salumi e latticini e formaggi tutti attorno al 3 per cento ma anche i sostituti del pane (+2 per cento). Tra i prodotti che hanno subito il calo maggiore si registrano invece il latte fresco (-4 per cento), mele, pere e vini con valori che oscillano attorno al meno 3 per cento.
Sul cibo la crisi ha provocato – sostiene la Coldiretti – una polarizzazione nei consumi con un numero elevato di cittadini che si rifugia nei discount ed è costretta ad una affannosa ricerca di prodotti low cost mentre chi può cerca di dare anche un contenuto di servizio ai propri acquisti con l’aumento nel carrello degli alimenti pronti che fanno risparmiare tempo. Un esempio è rappresentato dalle verdure pronte, che negli anni della crisi hanno visto comunque salire sempre le quantità acquistate nonostante il calo che si è invece verificato per le insalate e gli ortaggi venduti sfusi. Per le verdure pronte per l’uso, cosiddetta quarta gamma, sono stati spesi oltre 700 milioni di euro all’anno per una quantità di oltre 90 milioni di chili, tanto che è stato necessario regolamentare la vendita per legge.
I prodotti più acquistati sono le insalate, le carote e i pomodorini da utilizzare in casa o fuori, ma cominciano anche a diffondersi le vaschette di frutta già tagliata e sbucciata da gustare come snack rompidigiuno durante la giornata o come risparmiatempo. A favorirne la diffusione negli ultimi anni anche i distributori automatici che sempre più spesso sono in grado di offrire prodotti freschi come frutta e verdura. Tra i principali consumatori di piatti pronti ci sono i sei milioni di single presenti in Italia che rappresentano – conclude la Coldiretti – un segmento di popolazione con uno stile di vita attento a risparmiare tempo a favore del lavoro e soprattutto dello svago.
Le buone idee, non sono spesso sostenute da un altrettanto buona dote economica – finanziaria. Ecco allora che prende il via una forsennata ricerca di finanziamenti su internet. Con il crowfunding, ogni privato cittadino, ogni azienda può decidere di sostenere con piccole o grandi somme, i progetti convincenti presentati online.
Il giro d’affari del crowfunding è cresciuto molto negli ultimi anni e confrontando i dati del 2011 e del 2012, si scopre che c’è stato un incremento del ricorso a questo strumento pari al 98 per cento. Il giro d’affari di questo metodo di raccolta fondi, oggi, si aggira sui 2,8 miliardi di euro e ci potrebbe essere un ulteriore incremento nell’anno in corso, fino ad arrivare a 4 miliardi di euro annui.
Ormai, dunque, il crowfunding è un aspetto non più trascurabile per la nostra economia d’impresa e la Consob (organismo di vigilanza sulle imprese quotate in Borsa) è il soggetto individuato dal governo italiano per studiarne il settore e di conseguenza proporne una disciplina univoca. Speriamo che tutto ciò non sia affidato per l’ennesima volta alle banche e agli intermediari finanziari, sarebbe ancora una volta una occasione mancata.
Il crowfunding si basa essenzialmente sulla parola magica, alla base degli affare nel sistema economico svizzero e tedesco, ma oggi assente nel lessico bancario e finanziario italiano: “Fiducia”.
Abbiamo alcuni progetti finanziati parzialmente dalla Comunità Europea . Siamo alla ricerca della restante parte di capitali, per avviare tre opifici per la produzione e trasformazione di orticoli destinato al mercato della IV gamma. La tecnologia utilizzata per la coltivazione è l’aeroponica, il sistema non utilizza pesticidi, la concimazione è carbonica, apporto in nutrienti nebulizzati, riduzione del fabbisogno idrico del 90%, riduzione delle energie necessarie del 50% attraverso tricogenerazione e solare termico. Nei prossimi giorni pubblicheremo on line progetti e prospetti informativi.
Per info e approfondimenti potete scrivere a Biotek Engineering Srl all’email biotekengineering@gmail.com
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