Buone prospettive macro, valutazioni non troppo elevate e livelli di liquidità in miglioramento. Sono, secondo gli esperti di Natixis, i punti di forza dei mercati emergenti, che hanno chance di crescita nei prossimi trimestri dopo un inizio anno positivo sebbene inferiore alle corse del passato. L’indice Msci Emerging Markets evidenzia infatti un aumento dell’1,86% dalla fine del 2012, con le borse dell’America Latina che hanno battuto quelle asiatiche (+3,58% contro +2,37%). Ecco in dettaglio i sette listini più promettenti.
1) Russia. Il listino di Mosca, che dall’inizio del 2008 ha accusato un calo del 60% del rapporto prezzo/utili (p/e), è stato penalizzato dalla forte esposizione verso il petrolio. Attualmente i settori diversi dalle industrie estrattive rappresentano solo il 35% del mercato azionario e si scende al 17% se si escludono banche e utility. Le diverse politiche già in fase di realizzazione, fra le quali la riforma della normativa fiscale, la definizione di un livello di inflazione obiettivo da parte della Banca Centrale e l’apertura alle banche depositarie estere, potranno dare slancio alla borsa di Mosca, che dal dicembre 2012 ha registrato un progresso dell’1,75% (indice Msci in euro). Inoltre, il rischio politico è basso poiché il prossimo ciclo elettorale avrà inizio solo a partire dal 2016 mentre le Olimpiadi di Sochi, che si terranno all’inizio del 2014, potrebbero dare un’ulteriore impulso alle riforme. Secondo Francois Theret, responsabile dei mercati emergenti, “le migliori opportunità di investimento sono individuabili nei settori interni, come i consumi e le infrastrutture, a fronte di una crescita prevista degli utili a due cifre nel 2013. Il settore energetico si distingue dagli altri in termini di distribuzione di dividendi. Nel complesso la Russia è uno dei Paesi con i più alti livelli di dividendi fra gli emergenti, con un dividend yield (rendimento delle cedole) medio del 4% nel 2013″.
2) India. Utili in crescita e valutazioni interessanti potranno trainare la crescita della borsa indiana, che dalla fine del 2012 è stazionaria. Gli esperti fanno notare che “sebbene il mercato abbia recuperato lo scorso anno il 30% i prezzi sono ancora a sconto, mentre gli utili stanno accelerando passando da una crescita a una cifra negli ultimi due anni a un progresso a due cifre nel prossimo”. I settori più attraenti sono quelli sensibili ai tassi, visto è atteso un intervento al ribasso da parte della Reserve Bank of India, e le società orientate all’outsourcing, come le farmaceutiche. A causa dell’alta volatilità del mercato è consigliato tuttavia un approccio di investimento prudente.
3) Cina. Dopo un anno di rallentamento rispetto ad altri mercati asiatici il listino di Shanghai, in aumento dello 0,92% da fine 2012 (indice Msci in euro), dovrebbe riprendere velocità. “Siamo molto ottimisti nei confronti del mercato cinese. Riteniamo che alcune delle preoccupazioni maggiori che hanno raffreddato l’atteggiamento degli investitori negli ultimi due anni siano destinate ad attenuarsi nel 2013″, affermano gli analisti. Sebbene non prevedano una rapida ripresa della crescita, le recenti misure espansive, i primi segni di inversione di tendenza guidata dal mercato interno, le valutazioni interessanti e il cambiamento nella leadership avvenuto lo scorso novembre, un evento che si verifica una volta ogni 10 anni, vanno in una direzione positiva.
4) Hong Kong. Questo listino, che dall’inizio del 2013 è salito del 5,63% (indice Msci in euro), dovrebbe beneficiare degli sviluppi positivi in Cina. Le economie del sud-est asiatico sono in accelerazione e vengono supportate da nuove politiche, da investimenti in infrastrutture e da una domanda interna positiva. Unica eccezione la Malesia, dove sussiste ancora il rischio politico legato alle prossime elezioni.
5) Corea. In Asia settentrionale la Corea (+1,41% da fine 2012 in euro) continuerà, secondo gli esperti, a trarre vantaggio dalla domanda di prodotti tecnologici sostenuta dalla ripresa americana, che dovrebbe essere più solida nel prossimo trimestre, mentre Taiwan (+2,92%) dovrebbe beneficiare anche dei legami più stretti con la Cina.
6) Cile. I mutamenti degli ultimi dieci anni hanno gettato le basi per l’inizio di un momentum di mercato positivo. Grazie al notevole calo dell’inflazione sia le imprese che i consumatori possono adesso definire dei piani di crescita per il futuro. Il Cile, che ha messo a segno una performance del 7% da inizio anno (indice Msci in euro), è considerato il Paese meglio gestito dal punto di vista economico. Sicuramente è quello con il sistema istituzionale più stabile e l’economia più ricca della zona. Se in passato le valutazioni borsistiche erano ai massimi, oggi sono a sconto. “Si tratta di uno dei mercati caratterizzati dalla crescita più elevata (intorno al 5% annuo), ma con valutazioni leggermente al di sotto della media” sostengono gli esperti.
7) Brasile. L’anno scorso l’economia brasiliana è cresciuta poco più dell’1%, deludendo le attese che erano decisamente più elevate, ma quest’anno lo scenario è in miglioramento. Le banche hanno mantenuto un atteggiamento prudente, concedendo credito solo a fronte di una certa qualità della controparte. “Se il Pil salirà”, dichiarano gli analisti, “assisteremo a una stabilizzazione dei tassi di interesse e a un minor accesso al credito, che renderanno molto interessanti le banche locali finora troppo penalizzate”.
Fonte Milano Finanza