Struttura serra industriale completa di Avanserra
Struttura serra industriale a norma Eurocode completa di Avanserra presso l’Azienda Quadrifoglio di Sampieri (Sicily)
Struttura serra industriale a norma Eurocode completa di Avanserra presso l’Azienda Quadrifoglio di Sampieri (Sicily)
Misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole”. Bando 2009/2011 3^ sottofase. E’ statopubblicato il DDG. n. 2092 del 15/05/2013 di approvazione della graduatoria definitiva delle domande di aiuto ammissibili “Allegato A”, l’elenco definitivo delle domande di aiuto non ricevibili “Allegato B” e l’elenco definitivo delle domande di aiuto non ammissibili “Allegato C”, : Documenti allegati: Avviso pubblico; DDG n. 2092/2013; Graduatoria definitiva delle domande di aiuto ammissibili “Allegato A”; Elenco definitivo delle domande di aiuto non ricevibili “Allegato B”;Elenco definitivo delle domande di aiuto non ammissibili “Allegato C”.
Oltre un miliardo di euro gli investimenti previsti per una richiesta a fondo perduto di oltre 525 milioni di euro. 3403 le domande ritenute ammissibili.
Misura 311 Azione A “Agriturismo” – Seconda proroga al 27/05/2013 del termine per la presentazione delle domande di aiuto riguardanti il bando pubblico (regime de minimis) ed il bando pubblico (regime di esenzione n. X 413/2010- Reg CE n. 800/2008) pubblicati sulla GURS n. 3 del 08/01/2013 – Si comunica che con l’Avviso in corso di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, il termine di presentazione delle domande relative al PSR Sicilia 2007-2013 – Misura 311 A Azione A “Agriturismo”- Bando pubblico (regime de minimis) e Bando pubblico (regime di esenzione n. X 413/2010- Reg CE n. 800/2008) pubblicati sulla GURS n. 3 del 08/01/2013, già fissato per il 06/05/2013, è prorogato al 27/05/2013
Ultimati i lavori di livellamento presso l’Azienda il Quadrifoglio. Il progetto di investimento prevede la costruzione della prima serra verticale a tecnologia aeroponica in Sicilia.
Metà delle acque di laghi e fiumi italiani sono contaminati da pesticidi. E aumenta il numero di sostanze pericolose trovate nelle acque, sia superficiali che sotterranee: nel 2010 sono stati individuati ben 166 tipi diversi di pesticidi, a fronte dei 118 del biennio 2007-2008. L’aumento è anche segno che oggi i controlli sono più accurati rispetto a qualche anno fa. Una magra consolazione, però. Molti sono infatti i dati preoccupanti resi noti dall’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale) nel “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque 2013″, realizzato sulla base dei monitoraggi delle acque comunicati all’Ispra dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione ambientale.
Il 55,1 per cento delle acque superficiali (fiumi, laghi e paludi) e il 28,2 per cento di quelle sotterranee sono contaminati. A rischio sono sia gli organismi acquatici che l’uomo, esposto ai contaminanti attraverso il cibo e l’acqua. Le “acque utilizzate per scopo potabile – fa infatti sapere l’Ispra – spesso attingono agli stessi corpi idrici” degli ecosistemi acquatici. E superano i livelli massimi di pesticidi consentiti per le acque potabili il 34,4 per cento delle acque superficiali analizzate e il 12,3 di quelle sotterranee.
Sotto accusa è soprattutto la nostra agricoltura, che detiene il record europeo di quantità d’impiego di fitosanitari: 5,6 chili per ettaro (dati Istat), 350 sostanze tossiche diverse, 140mila tonnellate all’anno, che da sole fanno il 33 per cento del totale usato in tutta l’Unione europea. Nelle acque ci sono anche sostanze fuori commercio da anni, come le triazine atrazina e simazina. Vengano ancora usate illegalmente? “Non si può escludere in via di principio, ma penso invece che la loro rilevazione sia dovuta alla loro persistenza”, spiega Pietro Paris, coordinatore del rapporto. Incriminati anche i biocidi, cioè quei pesticidi che includono i disinfettanti domestici, i preservanti del legno, gli anti-incrostanti per le imbarcazioni e gli insetticidi domestici, che spesso hanno, anche se in dosi diverse, lo stesso principio attivo di quelli usati in agricoltura. “Per i fitosanitari abbiamo informazioni sulle vendite, ma non per i biocidi, per i quali un monitoraggio è più difficile”, dice Paris.
E spesso non aiutano a fare chiarezza le stesse Regioni e le Agenzie per la protezione ambientale, che in molti casi non comunicano all’Ispra i dati sulle contaminazioni oppure lo fanno in modo parziale. Nelle mappe Ispra infatti mancano i dati di Liguria e Calabria e sono troppo pochi per essere utili quelli di Campania, Sardegna, Basilicata, Lazio, Molise e più o meno di tutte le Regioni a esclusione di quelle della pianura padano–veneta, in cui di conseguenza l’inquinamento appare maggiore. “Se una Regione non ci invia i dati non possiamo farci niente: dal 2006 operiamo senza un contesto normativo definito e senza la possibilità di invocare adempimenti e scadenze”, dice Paris.
E i dati che fine fanno? “Li comunichiamo ai ministeri dell’Ambiente, della Salute e delle Politiche Agricole. In certi casi di inquinamento conclamato ci sono stati interventi positivi, ma non basta. In Francia, già da prima del 2005, sulla base di risultati analoghi ai nostri, sono state revocate tutte le triazine. Noi abbiamo ancora il terbutilazine, che è la sostanza più rinvenuta in assoluto in Italia. Da noi – denuncia Paris – molte sostanze sono state revocate, ma solo perché è stato fatto a livello europeo”.
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