Asphodelus è un genere di piante della famiglia Asphodelaceae che comprende diverse specie erbacee, note genericamente con il nome volgare di asfodelo.
Deriva il suo nome generico dalla capacità di resistere al fuoco o meglio rappresenta una delle poche piante che sopravvivono agli incendi nell’area mediterranea, vegetando subito dopo la distruzione. Questo in quanto sono dotate di tuberi che non vengono interessati dalle fiamme e quindi in grado di riprendere immediatamente la crescita post-incendio.
Gli asfodeli amano i prati soleggiati e sono invadenti nei terreni soggetti a pascolo eccessivo, perché le loro foglie appuntite vengono risparmiate dagli animali.
Asfodelo microcarpus è presente su tutto il territorio nazionale dall’Emilia Romagna verso sud, comprese isole e arcipelaghi. Vegeta dal livello del mare fino anche a oltre 1000 m s.l.m. E’ una pianta eretta, con un robusto stelo centrale privo di foglie e alto 70-100 cm dal suolo. L’asfodelo si è inselvatichito anche in alcune parti del Nordamerica.
Il fogliame presente alla base dell’asfodelo si presenta sotto forma di una rosetta di grosse foglie radicali, strette e lineari, con l’estremità appuntita.
I fiori iniziano a sbocciare dal basso. Hanno sei tepali (cioè non esiste distinzione visibile tra petali e sepali, che hanno la stessa forma e lo stesso colore). Nella maggior parte delle specie, i tepali sono bianchi con una striscia scura al centro.
L’impollinazione è entomofila e l’epoca di fioritura è tipicamente primaverile (marzo-giugno).
I Greci usavano piantare asfodeli sulle tombe, considerando i prati di asfodeli il soggiorno dei morti. Un esempio forse non casuale lo abbiamo in Capo Miseno. Epimenide, considerato da alcuni uno dei sette sapienti, usava l’asfodelo (e la malva) per le sue capacità di scacciare la fame e la sete. Ce ne parla Plutarco nel “Convito dei sette sapienti”. La leggenda vuole che Epimenide grazie all’uso di radici e erbe non avesse bisogno di mangiare e che visse 157 anni, ce ne parla Diogene Laerzio. Teofrasto, nella sua “Ricerca sulle piante”, afferma che le radici d’asfodelo sono commestibili.
Il gambo dell’asfodelo giallo è un cibo antico che gli anziani pugliesi colgono ancora prima che sbocci il fiore e una volta scottato con acqua e aceto conservato sott’olio. Uno di quei sapori che va pian piano scomparendo. Le Foglie vengono tuttora usate per confezionare un prodotto caseario tipico pugliese, la “burrata”. In Sardegna viene utilizzato per la produzione di un miele dal gusto delicato, da assaporare da solo per coglierne le caratteristiche uniche.
Gurbuz et al. (2002) affermano che nell’antica Grecia gli estratti di foglie e radici di Asfodelio microcarpus venivano utilizzati come rimedio nelle ulcere peptiche.
A Caltanisetta in Sicilia i tuberi di Asfodelio miscelati a miele vengono utilizzati come impacchi esterni per lenire ferite ed escoriazioni subite da equidi. Sempre in Sicilia a Lentini l’ Asfodelio microcarpus viene usato dalla popolazione locale per curare diversi disturbi del piede, unitamente a numerose altre piante.
Alti usi
a) Produzione di bio-collanti resistenti, miscelando in acqua bollente polvere di tuberi seccati (Persia).
b) Produzione di additivi per pane, addizionando la polvere secca dei tuberi all’impasto del pane
c) Presenta proprietà antiparassitarie, antiflogistiche, lassative.
Infine, in alcune località della Sardegna, Tinnura, Flussio, lo stelo dell’asfodelo viene utilizzato per la creazione di pregiati cesti artigianali da tempo utilizzati per la panificazione. Questi cesti anticamente erano parte indispensabile del corredo della sposa prima del matrimonio.
La nostra ricerca:
L’aumento del prezzo dei combustibili fossili e la necessità di proteggere l’ambiente dai gas a effetto serra ci ha sollecitato allo studio della possibilità di utilizzare l’Asfodelio per produrre biocarburanti. Il sud Italia, i paesi del mediterraneo in genere si trovano ad affrontare una grave penuria d’acqua e la non disponibilità di terreni agricoli. Ciò limita la coltivazione di colture energetiche che forniscono la materia prima per la produzione di biocarburanti. Una possibilità alternativa sarebbe quella di utilizzare Asphodelus che si incontra in Sicilia e in altri paesi del Mediterraneo, allo stato selvatico .
I suoi tuberi contengono amido che è stato misurato essere 10,1%. Il bioetanolo è prodotto dalla fermentazione dell’estratto prodotto dai tuberi della pianta. Le nostre sperimentazioni si sono focalizzate nel portare l’estratto ad una temperatura di 90/ 95 ° C, utilizzando enzimi, come alfa-amilasi e gluco amilasi. Oggi ci stiamo focalizzando sulla fermentazione degli zuccheri per una migliore resa alcolica.
Crediamo che la coltivazione dell’Asfodelio ai fini dell’ottenimento di bioetanolo ha un alto potenziale poichè può essere coltivato in regioni aride e sopratutto su terreni degradati.
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