Fattorie urbane. Un anno in giardino
Attraverso time-lapse il film mostra la crescita dell’orto urbano di una famiglia durante tutto un anno.
Attraverso time-lapse il film mostra la crescita dell’orto urbano di una famiglia durante tutto un anno.
La questione che si pone spesso è quali colture possono essere coltivate al chiuso. La risposta è sorprendente: “Praticamente di tutto.”. Se si visitano, ad esempio, il Kew Royal Botanic Gardens a Londra, l’Orto Botanico del Bronx a New York, o il Missouri Botanical Garden a Saint Louis si noterà che quasi tutti i tipi di piante esotiche si possono trovare all’interno di queste strutture.
Il New York Botanical Gardens, per esempio, accoglie e si prende cura del più grande fiore del mondo, Rafflesia arnoldii, che è piuttosto raro e cresce in isolamento nella tropicale densa foresta dell’Indonesia. Se orticoltori riescono a far crescere questo, allora tutto è possibile. Per quanto riguarda le piante commestibili, si ha la necessità di prendere in considerazione diversi aspetti prima di scegliere quali far crescere. In primo luogo, sono da fare considerazioni economiche.
Ne vale la pena? Possono gli agricoltori vendere il raccolto ogni volta che è pronto e con profitto? Se è così, tanto meglio dato che il profitto è il motore principale dietro una vertical farm. Finora, molte verdure sono state coltivate con successo per guadagnarci. Queste includono pomodori, lattuga, spinaci, zucchine, peperoni verdi e fagiolini.
Quasi nessuna di queste colture però si qualificherebbe idonea per affrontare le esigenze di una città affamata. Colture essenziali come grano, orzo, miglio, riso e patate sarebbero più appropriate. La risposta alla domanda se è possibile o no coltivare queste piante al chiuso è ancora sì. Tutte sono state coltivate in idroponica. Se il successo della loro produzione significa che un paese che prima ha dovuto importare quasi tutti i suoi prodotti può ora, all’interno dei suoi confini, fornire alla propria popolazione.
Una dieta sana ed essenziale, allora il profitto fa un passo indietro rispetto alla necessità. Sponsorizzati dal governo, questi cibi “programmati” possono diventare il fattore determinante in forma economica di incentivi e sussidi che consentono alla vertical farm di sopravvivere ed anche di prosperare, producendo colture che in una economia di libero mercato normalmente non riescono a generare un reddito sufficiente per renderle utili.
Senza dubbio, la proiezione di una vertical farm per la città aiuterà a fare un passo avanti nell’aumento della sicurezza alimentare, garantendo una produzione agricola costante durante tutto l’anno, creando nuovi opportunità di lavoro e riqualificando la città, da un punto di vista sia urbano che sociale.
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